A qualche giorno di distanza dalle prove INVASI delle scuole primarie, si tirano le somme dell’adesione delle famiglie napoletane. Tenendo presente che alla loro età non si è certo potuto trattare di “filoni di massa”, sembra che la protesta contro la riforma della scuola espressa in forma massiccia dagli insegnanti di tutti gli ordini il giorno 5 maggio attraverso lo sciopero, abbia avuto un certo riscontro di “solidarietà” anche con l’astensione delle famiglie dalle prove INVALSI somministrate nelle classi seconda e quinta nei due giorni successivi (6 e 7 maggio).
Ma vediamo più nel dettaglio come è andata scuola per scuola, scorrendo i commenti sul facebook di Napoli per Bambini.
L’adesione ha attraversato tutti i quartieri della città e dintorni, con adesioni addirittura totali in alcuni casi, e si è diffusa attraverso la formula del tam-tam delle chat di Whats App: il Convitto V.Emanuele al Centro Storico, una scuola di Pianura (vedi foto), la Madonna Assunta a Bagnoli, il 54mo Circolo (vedi foto), la Gadda di Quarto, la “Scudillo ” ai Colli Aminei, l’Andrea Doria a Fuorigrotta, la Piscicelli e la Vanvitelli al Vomero, la primaria di Portici, la Bracco, la primaria di San Giorgio a Cremano, la De Amicis (una sola classe), la Onorato Fava, la Foscolo Oberdan con plessi Ventaglieri ed ex nautico, il 35 circolo Scudillo in via Saverio Gatto (Colli Aminei), l’ottavo circolo di Lago Patria, il 4° Circolo Maria Cristina di Savoia, il 48 Circolo, la I.C. Sauro-Pascoli e I.C. Caro-Berlingieri di Secondigliano, l’I.C.Fiorelli.
Cosa hanno fatto i bambini, visto che sono rimasti a casa per tre giorni consecutivi?
Sono rimasti con i genitori a fare in alcuni casi piccoli laboratori suggeriti dalle maestre (come nel caso della Madonna Assunta), o con i nonni, o a casa di un amichetto a turno.
La protesta è nata anni fa alla scuola Madonna Assunta. A memoria di Giansandro Morelli e Luisa Adamo, genitori di bimbi della Madonna Assunta oggi in quinta elementare, è “da sempre” che la loro scuola non fa le Invalsi. “I nostri due figli non le hanno mai fatte”.
L’astensione dalle prove è stata sempre a carico degli insegnanti che hanno perso lo stipendio del giorno aderendo allo sciopero? “No. Normalmente negli anni è stato adottato questo schema: il primo giorno di Invalsi scioperano le insegnanti e quindi noi non mandiamo i ragazzi a scuola per mancanza di docenti. Il secondo giorno in maniera volontaria teniamo i nostri figli a casa. Per noi genitori/lavoratori è un grosso sacrificio astenere i bimbi dalla scuola, in quei giorni alcuni di noi sono costretti a non andare al lavoro oppure approfittare, per chi ancora ne ha, degli immancabili ed insostituibili nonni.”
Infine, la domanda più importante: perché protestare contro queste prove? non le ritenete un misuratore adatto?
“La nostra scuola ha come centralità didattica il rispetto dei tempi di apprendimento dei singoli alunni e il ragionamento più che l’apprendimento della nozione.
Per intenderci i tempi di acquisizione della comprensione della lettura non sono in una classe tutti sincronizzati e maturi al secondo anno scolastico, ma i test Invalsi pretendono che la lettura e comprensione di un testo vengano fatti anche in un tempo ristretto. Non penso che ciò possa essere vissuto da bimbi di 6/7 anni in maniera così disinvolta come vuole farci credere chi è pro-invalsi!
Per quanto riguarda “il ragionamento vs il nozionismo” penso che anche per i più grandi (intendo per i bambini di quinta) questi tests non misurano la riflessione critica e la capacità di esporre il pensiero ma sopratutto misurano l’acquisizione banale di una serie di informazioni esaltando la performance del singolo e tralasciando il grosso lavoro di gruppo con cui si giunge alla conoscenza”.
Ma come abbiamo visto dall’elenco delle scuole, la protesta non si è diffusa solo per chi adotta metodi innovativi come la Madonna Assunta.
Grosse perplessità presenta la somministrazione a bambini dislessici o diversamente abili, che spesso vengono comunque tenuti a casa nel giorno di tali prove.
Domani 12 maggio tocca al test Invalsi per la seconda superiore.
In questo caso si tratta di adolescenti, quindi più autonomi nelle loro scelte, anche se la vicinanza degli scrutini finali secondo alcuni potrebbe essere un deterrente per l’adesione a tale protesta che ad esempio c’è al Liceo Pansini (in genere le proteste studentesche si concentrano ben lontano dalla fine dell’anno).